AutoJazztione è stato un programma di RadioLiNA, la “radio pirata a Napoli” che per tanti anni ha accompagnato i movimenti campani e non solo proponendo un modo diverso di fare informazione e punti di vista lontani da quelli dei media di Stato e dei grandi gruppi editoriali.
AutoJazztione ha sempre dato rilievo alle lotte sindacali di base, alle iniziative collettive, alle azioni di gruppi o di individualità, alle analisi formulate dalle organizzazioni specifiche come dai singoli. Il tutto intervallato dalla musica del grande jazz di ieri e di oggi, da Charlie Parker a Gato Barbieri, da Cecil Taylor a Carla Bley, fino ai nuovi ritrovati dell’unione tra jazz e altre culture musicali.
Le trasmissioni sono finite anni fa, e nel frattempo RadioLiNA ha cessato le attività; dopo tanto tempo, però, z0rba e la ciurma di AutoJazztione tornano a solcare i mari del digitale (in attesa di poter tornare, chissà, nell’etere…) per proporre una via diversa all’informazione, fatta di notizie e considerazioni che non troverete sul «Fatto» o sul «Corriere»: lotte sociali, scioperi, cortei, aggiornamenti sulla repressione… e ancora una volta, ci piazzeremo un’improvvisazione di un quarto d’ora ogni tanto.
AutoJazztione riparte da qui. In ricordo dei bei tempi andati, si propone il vecchio e glorioso profilo della trasmissione, leggibile sul sito di RadioLiNA.
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Il jazz è universale in quanto tale, cioè in quanto è la musica d’arte di tutti coloro che non appartengono alla bella società sognata da un Lyndon Johnson. E al di fuori di questa società, come direbbe James Baldwin, non c’è solo il nero statunitense, ma anche il sudamericano, l’ebreo, l’italiano, il polacco, e nello specifico musicale, l’autodidatta o il menomato come Django Reinhardt o Horace Parlan. Cioè tutti coloro che per ragioni sociali ed economiche non hanno i crismi per essere accolti nella musica (scusate, Musica) ufficiale.
– Nino De Rose
AutoJazztione è uno spazio radiofonico dedicato alla musica jazz e alla contro-informazione. Possibile unire questi due elementi apparentemente così distanti? Noi vogliamo provarci.
Il tentativo è quello di liberare il jazz da quella patina borghese e snob che gli impedisce una piena ricezione da parte delle classi subalterne o di chi semplicemente cerca vie musicali alternative. Le parole del buon Nino De Rose non necessitano ulteriori aggiunte: vogliamo tornare all’essenza di strada del jazz, musica nata nei bordelli e suonata da teppisti, sviluppata da autodidatti e resa leggendaria da visionari, voce di emancipazione prima e di aperta protesta poi. Non siamo soli a tentare questa strada: fa piacere ricordare progetti simili sulle altre radio autorganizzate del Paese, come Calma e Jazz su Radio BlackOut o Salt Peanuts su Radio Onda Rossa.
Vorremo discutere di lotte sul territorio, antifascismo, pratiche conflittuali e progetti autorganizzati continuando ad ascoltare Parker, Mingus, Monk e tutta la combriccola della 52esima Strada; ma allo stesso tempo vorremmo discutere di pentatoniche, commentare brani e parlare di jazz modale con attivisti e compagne dei movimenti politici e sociali.
Cercheremo anche di privilegiare la musica jazz scaricabile gratuitamente o rilasciata sotto licenze copyleft o Creative Commons; campionario in verità non ancora vasto, ma ci piacerebbe contribuire allo sviluppo di un’area del jazz liberata dai vigenti vincoli del diritto d’autore e della SIAE.
AutoJazztione si propone tutto questo e vorrebbe fare ancora di più. Ce la farà? Potrete dircelo solo voi. AutoJazztione dà fiato alla sua orchestra ogni martedì dalle 15:00 alle 16:30.