[Polonia] OZZ Inicjatywa Pracownicza – Contro la guerra, per la solidarietà internazionale tra lavoratori

Autore: Ogólnopolski Związek Zawodowy Inicjatywa Pracownicza
Fonte: ozzip.pl
Traduzione a cura di AutoJazztione

Dichiarazione del Comitato Nazionale dell’OZZ Inicjatywa Pracownicza (Sindacato d’Iniziativa Operaia) sull’aggressione russa contro l’Ucraina, 24 febbraio 2022.

In vista dell’invasione da parte delle truppe russe dell’Ucraina, il Comitato Nazionale dell’OZZIP vuole esprimere la sua solidarietà ai civili dell’Ucraina, ai sindacati ucraini e ai cittadini ucraini che vivono e lavorano in Polonia. Siamo anche al fianco dei cittadini della Federazione Russa che stanno protestando contro la guerra e il militarismo. I conflitti militari servono alle élite finanziarie che si arricchiscono con la vendita di armi e lo sfruttamento di risorse naturali, così come ai governi che costruiscono il loro capitale politico sulla minaccia della guerra. L’imperialismo – non importa chi ci sia dietro – è sempre contrario agli interessi del popolo lavoratore, a prescindere dalla nazionalità.

Per milioni di lavoratori, il conflitto globale per il potere e la ricchezza significa morte, distruzione e povertà ancora maggiore. I lavoratori combattono sui fronti di guerre che non hanno provocato loro. Le loro case crollano sotto bombe e missili. La scorsa settimana, il pubblico ucraino è rimasto sotto choc apprendendo che politici e oligarchi stavano lasciando l’Ucraina a bordo di jet privati e aerei a noleggio. I sindacati ucraini e le organizzazioni sociali hanno invocato la nazionalizzazione dei loro beni e il loro utilizzo a supporto della popolazione civile.

Ci sono più di un milione di cittadini ucraini che vivono e lavorano in Polonia. Il loro numero cresce anche tra le fila del nostro sindacato. I lavoratori ucraini subiscono condizioni di lavoro molto difficili, lavorano spesso al di sotto del salario legale e con orari non regolamentati. Lo scoppio della guerra aggiunge l’ansia per i cari che hanno lasciato nella loro patria e un futuro incerto. Da oggi, devono dividere il loro tempo tra la lotta per la sopravvivenza in Polonia e le notizie sulle bombe che cadono sulle loro città d’origine.

Desideriamo esprimere la nostra piena solidarietà ai nostri compagni e a tutte le vittime della guerra. Inoltre, vogliamo annunciare che parteciperemo alle manifestazioni contro la guerra.

No alla guerra! Sì alla solidarietà internazionale tra lavoratori!

[Spagna] Appello alla partecipazione alla campagna di crowdfunding della Fundación Anselmo Lorenzo

Autore: Fundación Anselmo Lorenzo
Fonte: cnt.es
Traduzione a cura di AutoJazztione

La Fundación Anselmo Lorenzo (FAL) lancia un’ambiziosa campagna di finanziamento per la catalogazione di tutto il fondo documentario posteriore al 1939.

Abbiamo fatto un grosso lavoro sul fondo relativo al movimento operaio e libertario anteriore al 1939, ma c’è ancora molto da fare per conservare, catalogare e diffondere quello successivo a quella data: [concernente] l’esilio, la transizione e l’attualità.

Il nostro impegno in archivio ha permesso di svolgere, nel solo 2020, un totale di 440 ricerche. Allo stesso modo, abbiamo registrato 123 richieste da parte di persone in cerca di informazioni su familiari aderenti alla CNT o legati al movimento libertario. È un compito che, come si vede, si traduce in un’autentica funzione di recupero della nostra memoria. Fatta, soprattutto, senza sussidi o aiuti di Stato.

È un lavoro di diffusione culturale. Di memoria. Di portare alla luce la nostra eredità e impedire che la nostra impronta e presenza vengano cancellate dalla storia. Allo stesso tempo, è un lavoro di divulgazione e costruzione. Attraverso pubblicazioni, atti e convegni, la FAL è un agente attivo di prim’ordine nella costruzione dell’avvenire libertario.
Ed è qui che entri in gioco tu, perché senza di te nulla di tutto questo sarebbe possibile.

Per tutto questo chiediamo la tua collaborazione per la realizzazione del nostro progetto; un progetto che è anche tuo.

Come puoi aiutarci?
Puoi diffondere la nostra campagna tra i tuoi conoscenti, in modo da consentirci di raggiungere un obiettivo così necessario. Se lo desideri, puoi saperne di più visitando il nostro sito web.

Ancora una volta, apprezziamo il tuo supporto e la tua collaborazione. Un grande abbraccio da tutta la squadra che costituisce la FAL.

Salud.

[Italia] Napoli – Appello di solidarietà a 5 militanti del SiCobas e del Movimento disoccupati “7 novembre”

Giù le mani da Eddy, Mimì, Maria, Antonio, Ciro

Mercoledì 23 febbraio la Questura di Napoli ha inoltrato avvisi orali a Eddy, Mimì, Antonio, Ciro, appartenenti al Movimento di lotta “Disoccupati 7 Novembre” e al sindacato intercategoriale Si Cobas.
Il questore in persona “intima di tenere una condotta conforme alla legge” per evitare “l’applicazione di una delle misure di prevenzione previste”.

Non commenteremo le accuse infamanti che arrivano, nel caso di Eddy, già inquisito assieme a Maria per associazione a delinquere, a parlare di non meglio precisate “attività illecite ai fini del proprio sostentamento”, gettando fango sulla sua attività sindacale con il SiCobas al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici.
Consapevoli che non saranno certo queste favolette questurine o i teoremi fantasiosi della magistratura a fermarci, vogliamo sottolineare la cornice politica entro cui si attua tutto ciò.

Nelle ore e nei giorni in cui il mondo sprofonda nella ennesima escalation imperialistica continua l’accanimento giudiziario e la criminalizzazione delle avanguardie del movimento dei/delle disoccupat* del sindacalismo conflittuale qui a Napoli.
Si prova a distruggere queste esperienze di lotta collettive, utilizzando la repressione come monito chiaro per chiunque avverta la necessità di mobilitarsi in difesa del diritto ad un salario e di condizioni di vita migliori. Continue reading

[Italia] Comunicati dei sindacati di base contro la guerra in Ucraina

Riportiamo due comunicati, il primo stilato da una serie di realtà sindacali (USI-CIT, Cobas, Unicobas, CUB, SGB), il secondo dell’Unione Sindacale di Base, sulla guerra in corso in Ucraina.

Appello dei sindacati di base e conflittuali contro la guerra

Fonte: USI-CIT

La Federazione Russa la notte del 23 febbraio ha invaso l’Ucraina e le minacce di guerra sono diventate una realtà che rischia di accendere un più ampio conflitto bellico in Europa.

Le origini di un conflitto sono riconducibili alle mire espansionistiche dei paesi NATO verso l’Europa dell’est, con le pressioni e i posizionamenti militari in quei territori e alle pretese egemoniche della Russia. In questa contrapposizione sorda alle ragioni del dialogo l’Italia si è posta in prima fila e ha già stanziato per l’operazione 78 milioni di euro.

Così, invece di favorire una politica di distensione il governo Draghi si allinea alla politica aggressiva della NATO e condivide le aspirazioni di potenza della UE.

Si contano già gli effetti disastrosi che il precipitare delle operazioni militari stanno causando sulle parti in causa: centinaia di morti, migliaia di sfollati, enormi distruzioni materiali.

Ma l’aggressione militare messa in atto dall’autocrate Putin e il permanere di una situazione di conflitto bellico sono destinate a produrre ulteriori gravi conseguenze internazionali come l’innalzamento dei prezzi delle materie prime e dell’energia che produrranno ovunque nuove pesanti ripercussioni economiche e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone già colpite dalla crisi e dalle privatizzazioni.

Già vediamo che, nel nostro Paese, gli aumenti dei costi dell’energia si stanno ripercuotendo infatti su tutti i beni prodotti, anche sui generi di prima necessità, accrescendo ancor di più la precarietà dei ceti popolari. Continue reading

[Russia] Avtonomnoe Dejstvie – L’oscurità prima dell’alba

Questo testo, che AutoJazztione traduce dalla versione inglese (a sua volta traduzione dall’originale russo) pubblicata dal CrimethInc. Collective, è comparso sul sito del collettivo anarchico Автономное Действие (Avtonomnoe Dejstvie, “Azione Autonoma”).

Guerra

Giovedì mattina [24 febbraio 2022], Putin ha cominciato il più grande conflitto bellico in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Si nasconde dietro i presunti interessi della regione separatista del Donbass – nonostante le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk abbiano viste soddisfatte le loro richieste di riconoscimento come entità indipendenti, l’entrata ufficiale dell’esercito russo nei territori e il promesso trilione e mezzo di rubli. Si ricordi che, per molti mesi, gli affitti e i prezzi dei generi alimentari nella stessa Russia sono aumentati di giorno in giorno.

Il Cremlino ha avanzato richieste assurde alle autorità di Kiev – cominciamo con la “denazificazione”. È vero che, grazie alla sua partecipazione nelle proteste di Maidan del 2014, l’estrema destra ucraina si è assicurata un peso eccezionale nella politica e nelle forze dell’ordine. Tuttavia, in tutte le elezioni tenutesi dal 2014 ha conquistato una manciata di voti. Il Presidente dell’Ucraina è ebreo. Il problema dell’estrema destra ucraina deve essere risolto, ma non con i carrarmati russi. Le altre accuse contro l’Ucraina – relative alla corruzione, la manipolazione elettorale e i tribunali disonesti – sarebbero molto più appropriate se il Cremlino le muovesse a sé stesso. Ora, le truppe russe sono, nel vero senso della parola, occupanti in una terra straniera – e non importa quanto questo contraddica le aspettative di tutti coloro che sono cresciuti con i racconti sulla Grande Guerra Patriottica. Continue reading

[Spagna] Aleix Romero Peña – Anarcosindacalismo contro neocomunitarismo

Autore: Aleix Romero Peña
Fonte: cnt.es
Traduzione a cura di AutoJazztione

Anarcosindacalismo contro neocomunitarismo. Per una battaglia delle idee

«Recuperare la sovranità perduta». Niente male come grido di battaglia per una società in crisi, impoverita e disorientata, anche se è difficile ricordare quando avremmo avuto un simile potere. In questa democrazia liberale, se la memoria non c’inganna, i grandi accordi sono stati e vengono tutt’ora presi in disparte, senza riflettori o stenografi, né con qualche assunzione di responsabilità da parte dei negoziatori; per non parlare, s’intende, della dittatura fascista, che si definisce precisamente per l’assenza di controlli sopra un’autorità totale.

La litania sovranista è diventata popolare nel panorama digitale. I media e i social network se ne servono come la ciliegina sulla torta di un discorso talvolta vicino a una sinistra che si reputa operaista, benché abbastanza lontana all’attuale realtà del lavoro, e spesso legato a un nazionalismo poco o nulla differente dal fascismo. In questa retorica non troveremo però nessun collante ideologico, come dimostra il suo rifiuto a interessarsi di tutto quello che si discosta dal soggetto sociale al quale vuole rivolgersi: una classe operaia escludente da un punto di vista sessuale, etnico, o affettivo, tra le altre cose. Una classe operaia intesa come una comunità che fornisce un’identità egemonica e uniforme, al punto che l’operaio sembra contingente, un mero pretesto, uno squillo di tromba per altro. Lo prova il fatto che, benché si dica ostile a una sinistra descritta come sprofondata in cause, identità e battaglie lontane dai lavoratori, il neocomunitarismo tende a rispondere con il silenzio alle richieste di solidarietà per ogni conflitto sindacale. Continue reading

Rapsodia di una rivolta: 19 anni di SupportoLegale +1

Siamo prossimi al decennale di Genova 2001. Rilanciamo con urgenza questa raccolta fondi per un documentario sui fatti di quelle giornate, a cura del team di Supporto Legale (qui per altre informazioni).

Era l’estate del 2001 quando un pezzo di storia è passata per le strade di Genova.
Era l’estate del 2004 quando, passati 3 anni dall’apice di un movimento antiliberista che non riuscirà più a ritrovare i propri pezzi, è iniziata la storia politica e umana di SupportoLegale.
In quei mesi è a Indymedia che viene chiesto di aiutare la segreteria del Legal Forum per gestire la mole incredibile di materiale che la procura utilizzerà per i processi legati al G8, in particolare per il processo ai manifestanti.
Un variegato gruppo di mediattivisti e militanti accetta di partecipare a questo progetto, ma mettere d’accordo i metodi assembleari e i tempi dilatati di Indymedia e le necessità stringenti e i tempi strettissimi dei processi non è semplice. Il gruppo si asciuga, fino ad una scelta di autonomia che separerà il collettivo di SupportoLegale da Indymedia dopo un’assemblea lunghissima e faticosa: il gruppo che già da mesi lavorava a regime serrato sulla trascrizione di decine di faldoni, sull’analisi di migliaia di ore di video, sull’ascolto di centinaia di file audio, si solidifica e si struttura per non fermarsi più.
Nasce SupportoLegale.

La storia di SupportoLegale si snoda un po’ come una rapsodia prima attraverso anni di processi in cui il lavoro come consulenti della segreteria legale del Genoa Legal Forum va in parallelo con la raccolta fondi, la comunicazione e il racconto puntuale di ogni udienza. SupportoLegale si ‘allarga’ e supporta la segreteria del processo al Sud Ribelle e segue anche altri procedimenti penali: 11 marzo e San Paolo su tutti. Dopo le sentenze invece il focus diventa il supporto soprattutto economico ai manifestanti condannati a pene pesantissime.

Intanto si susseguono gli appuntamenti in cui SupportoLegale per voce dei suoi attivisti racconta i processi, i concerti di tanti musicisti solidali, la produzione di magliette, agende, testi, fumetti, cd e qualsiasi altra cosa possa mantenere alta l’attenzione su una storia che rischiava di essere scritta solo dai tribunali.
Come in un’orchestra, seppur senza direttore, ogni persona, strumento, gruppo fa quello che deve fare e il risultato non è una somma di individui ma un’organismo collettivo.

Nel 2007 la chiamata per un grande corteo a Genova che sottolinei l’orrore delle condanne per devastazione e saccheggio: rispondono in 100.000 dietro allo striscione NESSUN RIMORSO.

Arriviamo ad oggi, sono passati 19 anni da Genova.
Più uno, il 2021, che segnerà la celebrazione del ventennale del G8.
Ci saranno mille voci, mille parole, eventi, opinioni discordanti.
Molte preferiremmo non sentirle. Ma qui non può che finire la storia di SupportoLegale e vogliamo che finisca dicendo ancora una volta la nostra: un documentario, un fumetto, un manifesto, un numero di Zapruder, un’animazione…
Questo è l’ultimo anno per ribadire ancora una volta che la memoria è un ingranaggio collettivo. Anche tuo.

Potete sostenere la produzione del documentario Rapsodia di una rivolta, dedicato ai fatti del G8 di Genova 2001, donando a questo indirizzo (via Produzionidalbasso).

[Italia] Lettera aperta dell’USI-CIT al sindacalismo di base per l’unitarietà degli scioperi

Fonte: sito dell’USI-CIT

Periodicamente, ora una ora l’altra sigla del sindacalismo di base inviano lettere aperte alle altre organizzazioni sindacali.
Noi, sempre, rivolgiamo grande attenzione a quanto ci viene proposto, a volte condividendolo e altre no, anche se non siamo soliti utilizzare questa modalità, preferendo la sfera dei contatti in essere nelle situazioni reali di lotta.

Questa volta, però, riteniamo di farlo anche noi. Da qualche tempo a questa parte, il sindacalismo di base è troppo frammentato e rischia l’autoreferenzialità.

Intendiamoci: noi stessi siamo portatori di un’identità (storica, organizzativa, militante) particolare, e di cui siamo orgogliosi, pertanto non intendiamo qui porre le lodi di convergenze particolari che risulterebbero antistoriche e irrealistiche: l’unitarietà tanto per fare retorica non ci interessa. Le differenze ci sono e per noi non sono un problema. Ugualmente, abbiamo anche noi altre organizzazioni che sentiamo più vicine come metodologia e modalità di relazione e lotta, ed altre meno.

Però ci sono situazioni particolari, simboliche e di lotta, che necessitano assolutamente unità d’azione, tra queste gli scioperi.

Ultimamente, invece, c’è la gara a chi proclama prima degli altri, per motivi che non comprendiamo nella loro opportunità, ma che di fatto sviliscono gli scioperi in tante scadenze che fanno poco male alla controparte.
Se qualcuno ha velleità di egemonia, faccia un passo indietro, lo diciamo senza polemica: i “migliori” dei pochissimi restano tali.

Assistiamo a qualche tentativo, a volte tardivo, di convocare qualche altra sigla su propri percorsi specifici: ma non basta. Almeno, le organizzazioni non firmatarie degli accordi del gennaio 2014 dovrebbero tenere tra loro un filo di trattativa costante e magari continuare ugualmente ad avere un atteggiamento aperto anche verso chi, a nostro modo di vedere ha ceduto (sbagliando) a questo accordo.

Noi, per scelta, fino a quando non sarà ripreso un tentativo di reale unitarietà nei percorsi di sciopero, valuteremo di volta in
volta che fare a livello territoriale.

Poi, ognuno è libero nel resto dell’anno di condurre lotte, perseguire tattiche, strategie, alleanze come meglio crede.

Ma basta scioperi disgiunti, ognuno in date diverse! Non esiste alcuna ragione politica e sindacale, alcuna “base” che lo comprende!

La forza del padronato e dello stato in questa fase è così forte, anche in virtù di una legislazione pretesa e avallata dal sindacalismo connivente, che deve avere nel sindacalismo di base una risposta il più possibile coesa almeno rispetto a scioperi che hanno la pretesa di essere nazionali.

Segreteria nazionale USI-CIT

[Canada] Imbrattata la statua della regina Vittoria a Montréal

Fonte: MTL Contre-Info
Traduzione: AutoJazztione

La Brigata di solidarietà anticoloniale Delhi-Dublin (Brigade de solidarité anticoloniale Delhi-Dublin) ha voluto celebrare San Patrizio in maniera originale, coprendo di vernice rossa la statua della regina Vittoria a Montréal proprio il 17 marzo.
La statua, inaugurata nel 1900, si trova nel campus dell’Università McGill.

Nel 2019, la Brigata si era così espressa: «La presenza della statua della Regina Victoria a Montréal è un insulto alle lotte per l’autodeterminazione e di resistenza dei popoli oppressi del mondo intero, comprese le nazioni autoctone in America del Nord (l’Isola di Tortuga) e in Oceania, così come dei popoli dell’Africa, del Medio-Oriente, dei Caraibi, del sub-continente indiana, e di tutti i luoghi in cui l’Impero britannico ha commesso le sue atrocità. Il regno della regina Victoria rappresenta un’espansione massiva del barbaro Impero britannico. Per la collettività, il suo regno ha rappresentato un’eredità criminale di genocidi, omicidi di massa, torture, massacri, terrorismo, carestie imposte, campi di conentramento, furti, denigrazione culturale, razzismo e suprematismo bianco. Questa eredità deve essere denunciata e attaccata».

[Grecia] Corteo solidale con la sanità in lotta

Apprendiamo da ANA che, la notte del 17 marzo, Atene è stata attraversata da un grande corteo che ha messo al centro la crisi sanitaria. La lotta che stanno conducendo in questi mesi infermieri e medici ha trovato spazio e solidarietà; i manifestanti hanno inoltre attaccato l’ipocrisia di uno Stato (quello greco, ma il discorso varrebbe anche per quello italiano) che prima distrugge la sanità pubblica e poi colpevolizza i cittadini per i contagi, imponendo misure arbitrarie e spesso grottesche per non dire inutili.

Il corteo è stato aperto da uno striscione del collettivo Roubikonas, che organizza da tempo nel quartiere di Exarcheia presidi medici autogestiti e altre attività sociali dal basso. L’importanza di questo corteo sta nella volontà di unire le tante lotte, per la salute come contro la repressione, che si combattono in Grecia come altrove.