[Spagna] Appello alla partecipazione alla campagna di crowdfunding della Fundación Anselmo Lorenzo

Autore: Fundación Anselmo Lorenzo
Fonte: cnt.es
Traduzione a cura di AutoJazztione

La Fundación Anselmo Lorenzo (FAL) lancia un’ambiziosa campagna di finanziamento per la catalogazione di tutto il fondo documentario posteriore al 1939.

Abbiamo fatto un grosso lavoro sul fondo relativo al movimento operaio e libertario anteriore al 1939, ma c’è ancora molto da fare per conservare, catalogare e diffondere quello successivo a quella data: [concernente] l’esilio, la transizione e l’attualità.

Il nostro impegno in archivio ha permesso di svolgere, nel solo 2020, un totale di 440 ricerche. Allo stesso modo, abbiamo registrato 123 richieste da parte di persone in cerca di informazioni su familiari aderenti alla CNT o legati al movimento libertario. È un compito che, come si vede, si traduce in un’autentica funzione di recupero della nostra memoria. Fatta, soprattutto, senza sussidi o aiuti di Stato.

È un lavoro di diffusione culturale. Di memoria. Di portare alla luce la nostra eredità e impedire che la nostra impronta e presenza vengano cancellate dalla storia. Allo stesso tempo, è un lavoro di divulgazione e costruzione. Attraverso pubblicazioni, atti e convegni, la FAL è un agente attivo di prim’ordine nella costruzione dell’avvenire libertario.
Ed è qui che entri in gioco tu, perché senza di te nulla di tutto questo sarebbe possibile.

Per tutto questo chiediamo la tua collaborazione per la realizzazione del nostro progetto; un progetto che è anche tuo.

Come puoi aiutarci?
Puoi diffondere la nostra campagna tra i tuoi conoscenti, in modo da consentirci di raggiungere un obiettivo così necessario. Se lo desideri, puoi saperne di più visitando il nostro sito web.

Ancora una volta, apprezziamo il tuo supporto e la tua collaborazione. Un grande abbraccio da tutta la squadra che costituisce la FAL.

Salud.

[Italia] Lettera aperta dell’USI-CIT al sindacalismo di base per l’unitarietà degli scioperi

Fonte: sito dell’USI-CIT

Periodicamente, ora una ora l’altra sigla del sindacalismo di base inviano lettere aperte alle altre organizzazioni sindacali.
Noi, sempre, rivolgiamo grande attenzione a quanto ci viene proposto, a volte condividendolo e altre no, anche se non siamo soliti utilizzare questa modalità, preferendo la sfera dei contatti in essere nelle situazioni reali di lotta.

Questa volta, però, riteniamo di farlo anche noi. Da qualche tempo a questa parte, il sindacalismo di base è troppo frammentato e rischia l’autoreferenzialità.

Intendiamoci: noi stessi siamo portatori di un’identità (storica, organizzativa, militante) particolare, e di cui siamo orgogliosi, pertanto non intendiamo qui porre le lodi di convergenze particolari che risulterebbero antistoriche e irrealistiche: l’unitarietà tanto per fare retorica non ci interessa. Le differenze ci sono e per noi non sono un problema. Ugualmente, abbiamo anche noi altre organizzazioni che sentiamo più vicine come metodologia e modalità di relazione e lotta, ed altre meno.

Però ci sono situazioni particolari, simboliche e di lotta, che necessitano assolutamente unità d’azione, tra queste gli scioperi.

Ultimamente, invece, c’è la gara a chi proclama prima degli altri, per motivi che non comprendiamo nella loro opportunità, ma che di fatto sviliscono gli scioperi in tante scadenze che fanno poco male alla controparte.
Se qualcuno ha velleità di egemonia, faccia un passo indietro, lo diciamo senza polemica: i “migliori” dei pochissimi restano tali.

Assistiamo a qualche tentativo, a volte tardivo, di convocare qualche altra sigla su propri percorsi specifici: ma non basta. Almeno, le organizzazioni non firmatarie degli accordi del gennaio 2014 dovrebbero tenere tra loro un filo di trattativa costante e magari continuare ugualmente ad avere un atteggiamento aperto anche verso chi, a nostro modo di vedere ha ceduto (sbagliando) a questo accordo.

Noi, per scelta, fino a quando non sarà ripreso un tentativo di reale unitarietà nei percorsi di sciopero, valuteremo di volta in
volta che fare a livello territoriale.

Poi, ognuno è libero nel resto dell’anno di condurre lotte, perseguire tattiche, strategie, alleanze come meglio crede.

Ma basta scioperi disgiunti, ognuno in date diverse! Non esiste alcuna ragione politica e sindacale, alcuna “base” che lo comprende!

La forza del padronato e dello stato in questa fase è così forte, anche in virtù di una legislazione pretesa e avallata dal sindacalismo connivente, che deve avere nel sindacalismo di base una risposta il più possibile coesa almeno rispetto a scioperi che hanno la pretesa di essere nazionali.

Segreteria nazionale USI-CIT