[Italia] Napoli – Appello di solidarietà a 5 militanti del SiCobas e del Movimento disoccupati “7 novembre”

Giù le mani da Eddy, Mimì, Maria, Antonio, Ciro

Mercoledì 23 febbraio la Questura di Napoli ha inoltrato avvisi orali a Eddy, Mimì, Antonio, Ciro, appartenenti al Movimento di lotta “Disoccupati 7 Novembre” e al sindacato intercategoriale Si Cobas.
Il questore in persona “intima di tenere una condotta conforme alla legge” per evitare “l’applicazione di una delle misure di prevenzione previste”.

Non commenteremo le accuse infamanti che arrivano, nel caso di Eddy, già inquisito assieme a Maria per associazione a delinquere, a parlare di non meglio precisate “attività illecite ai fini del proprio sostentamento”, gettando fango sulla sua attività sindacale con il SiCobas al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici.
Consapevoli che non saranno certo queste favolette questurine o i teoremi fantasiosi della magistratura a fermarci, vogliamo sottolineare la cornice politica entro cui si attua tutto ciò.

Nelle ore e nei giorni in cui il mondo sprofonda nella ennesima escalation imperialistica continua l’accanimento giudiziario e la criminalizzazione delle avanguardie del movimento dei/delle disoccupat* del sindacalismo conflittuale qui a Napoli.
Si prova a distruggere queste esperienze di lotta collettive, utilizzando la repressione come monito chiaro per chiunque avverta la necessità di mobilitarsi in difesa del diritto ad un salario e di condizioni di vita migliori. Continue reading

[Italia] Comunicati dei sindacati di base contro la guerra in Ucraina

Riportiamo due comunicati, il primo stilato da una serie di realtà sindacali (USI-CIT, Cobas, Unicobas, CUB, SGB), il secondo dell’Unione Sindacale di Base, sulla guerra in corso in Ucraina.

Appello dei sindacati di base e conflittuali contro la guerra

Fonte: USI-CIT

La Federazione Russa la notte del 23 febbraio ha invaso l’Ucraina e le minacce di guerra sono diventate una realtà che rischia di accendere un più ampio conflitto bellico in Europa.

Le origini di un conflitto sono riconducibili alle mire espansionistiche dei paesi NATO verso l’Europa dell’est, con le pressioni e i posizionamenti militari in quei territori e alle pretese egemoniche della Russia. In questa contrapposizione sorda alle ragioni del dialogo l’Italia si è posta in prima fila e ha già stanziato per l’operazione 78 milioni di euro.

Così, invece di favorire una politica di distensione il governo Draghi si allinea alla politica aggressiva della NATO e condivide le aspirazioni di potenza della UE.

Si contano già gli effetti disastrosi che il precipitare delle operazioni militari stanno causando sulle parti in causa: centinaia di morti, migliaia di sfollati, enormi distruzioni materiali.

Ma l’aggressione militare messa in atto dall’autocrate Putin e il permanere di una situazione di conflitto bellico sono destinate a produrre ulteriori gravi conseguenze internazionali come l’innalzamento dei prezzi delle materie prime e dell’energia che produrranno ovunque nuove pesanti ripercussioni economiche e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone già colpite dalla crisi e dalle privatizzazioni.

Già vediamo che, nel nostro Paese, gli aumenti dei costi dell’energia si stanno ripercuotendo infatti su tutti i beni prodotti, anche sui generi di prima necessità, accrescendo ancor di più la precarietà dei ceti popolari. Continue reading